Il romanzo

Nella vasca dei terribili piranha (Effigie edizioni, 2012)

“Un romanzo inconsueto per il panorama letterario.” (Rai Letteratura)

“Se siete convinti che la letteratura sia morta e debba tutt’al più accontentarsi di galleggiare in una condizione fatalmente postuma, i libri di Alessandro Raveggi non fanno certamente per voi.” (Il manifesto)

“Il suo romanzo è massimalista ad ogni riga. Lo stile è survoltato, prevede due o tre metafore a periodo, sempre spiazzanti e mai banali … con un coraggio di cui ci sono pochi esempi” (Corriere della Sera, La Lettura)

“La storia fa pensare al Bolaño dei Detective selvaggi, ma anche, per certi risvolti picareschi e l’afflato archetipico, a Pinocchio di Collodi.” (Satisfiction)

“Un romanzo ambizioso, cosmopolita” (L’Indice dei Libri)

“Nella vasca dei terribili piranha è un romanzo sveviano, una nuova Coscienza di Zeno questa volta non devota al freudismo, ma allo junghismo del Mito e dell’Archetipo. Un tentativo di riavviare in Italia quel filone massimalista che fu abortito fin dal suo nascere, di riallacciarsi all’operato straniante e innovativo della sacra trimurti Gadda – Morselli – Manganelli (con l’appendice di Volponi e D’Arrigo) che non fu mai considerata giustamente filone o scuola per la costitutiva condizione outsider di ogni suo singolo rappresentante, e che oggi toccherebbe giocoforza riconsiderare come foriera, storicamente, di un massimalismo letterario di cui, in romanzi come questi, si delinea finalmente la compiuta fenomenologia” (Critica Impura) 

“Si presenta come un oggetto anomalo su una scena letteraria italiana sempre più a rischio omologazione… Raveggi sceglie la strada della complessità” (Corriere della Sera)

“Raveggi ha voluto esprimere la complessità [con] innumerevoli descrizioni “ipersensibili”: associazioni ardite, che colpiscono e comunicano in modo molto efficace nonostante il loro carattere inaudito” (Doppiozero)

“Un marchingegno dentro il quale far stare il mondo intero” (Rivista La Balena Bianca)

“Non concede scampo alla comoda affabilità … complica piacevolmente una lettura orizzontale construendo link tra picaresco, realismo magico, postmoderno, fantascienza filosofica” (La Repubblica Firenze)

“Un romanzo fuori da qualunque rigido schema di riferimento, dove le vicende del protagonista sembrano frammentarsi, scheggiando in molteplici direzioni e riversandosi su un oceano viaggiante che è il mondo.” (Postpopuli)

“La scelta di Raveggi nel rendere il dinamismo che anima le vite dei personaggi e la realtà stessa è la costruzione di un linguaggio barocco e meticcio: sempre scisso tra atteggiamenti colti e mimesi del quotidiano, alto e basso … una dimensione in cui si vorrebbero mostrare rapporti, variabili nuove, legami prima non intravisti.” (404-File Not Found)

“Una storia veramente sconvolgente, di natura mista, tra fantascienza e realtà” (Rivista Quadrivio, Messico)

Un enigmatico ragazzo anfibio, attraversando identità e lavori disumani, si diffonderà come una leggenda urbana. Una leggenda che viene forse da lontano: sarà quel mitologico uomo pesce, che riemerge di frequente fin dalla storia più remota dell’umanità? Questo romanzo picaresco narra per punti di vista l’avventura in Europa di questo Colapesce straniero. Un’avventura che lo porterà ad essere uno stripper surreale a Parigi, agognato dalla quarantenne Carolina, preda di una setta di attrici pensionate. O a fare da testimonial involontario a Berlino di Vittorio Buono, astuto manager romano di enfant prodiges. Infine, a capeggiare una rivolta di clandestini nel bel mezzo di una rediviva Alluvione, a Firenze. Dove il suo cammino s’incrocerà con quello del minuto nerd Alfredo, di ritorno da un Erasmus passato svogliatamente nello studio di un marchingegno divinatorio che possa risolvere l’apatia degli italiani. Chi saranno gli emersi, e chi i sommersi, di questo Gran Finale Abissale che si svolge in Italia, dopo aver viaggiato assieme al lettore tra le Canarie e la Spagna, l’Europa centrale, la Scandinavia e il Messico?

Tutto comincia con una pista interrotta: Marinatos, detto il Filisteo, uomo burbero e strampalato, trascorre il proprio tempo libero a cercare per le spiagge di Fuerteventura oggetti abbandonati dai surfisti con i quali arricchire il suo “museo-mausoleo” a picco sul mare. Una mattina incappa però nel corpo esile ed esanime di uno strano essere, dotato di zampe e branchie. Neanche quaranta pagine e Marinatos è già morto. A continuare infatti non è la sua storia, subito interrotta dalla mala suerte, ma quella dello strano essere anfibio che, come un messaggio in bottiglia affidato alle onde dell’oceano, parte dalle Canarie e arriva a sfiorare, cambiando pelle e aspetto a seconda dei contesti, le vicende di tutti i personaggi chiamati in scena dall’autore. Alessandro Raveggi, fiorentino emigrato in Messico, fa il suo esordio nella narrativa (dopo prove di poesia, teatro e saggistica) con un romanzo ambizioso, cosmopolita (che spazia da Oslo a Parigi, dai Pirenei alle “sue” Città del Messico e Firenze), allegorico, esito del sogno tutto postmoderno di una narrazione in grado di contenere il mondo intero. Dentro, infatti, ci troviamo le storie più diverse: c’è Alfredo, studente fiorentino in Erasmus in Norvegia, che studia i comportamenti delle persone e inventa una macchina che ne dovrebbe re-indirizzare le reazioni, disinnescandone l’italico fatalismo; c’è Carolina, ex star della tv messicana, che si lascia alle spalle una tragedia familiare per imbarcarsi sull’Ecumene, nave sempre in viaggio dove vecchie “api operaie” delle fiction televisive si dedicano alla purificazione interiore, nell’attesa di un ambiguo rito di passaggio; c’è Vittorio Buono, ideatore di un gioco planetario che sfrutta il corpo vivo della realtà (dei giovanissimi fenomeni da baraccone) per farne l’apoteosi dell’intrattenimento. Accanto a loro si muovono altri personaggi e altre storie. Su tutti aleggia però lo spettro, ora minaccioso ora addirittura grottesco, dell’avvento di una nuova specie, quella dei ragazzi-anfibi, di cui Juan Nella Vasca (chiamato anche Jan, Jean, Mutino, Verdolino e axolotl) sarà modello e campione. Teorie messianiche e attese millenaristiche troveranno una sorprendete convergenza nella conclusione, in cui la grande onda dell’alluvione sommerge una Firenze invasa dai turisti, scenario apocalittico di quello che, con sorprendente trovata pubblicitaria, viene definito il Gran Finale Abissale. (Giacomo Raccis)

Alessandro Raveggi
Nella vasca dei terribili piranha
15×24 con risvolti, pp. 224, euro 19
ISBN 978-88-97648-14-7
collana Stellefilanti 59
effigiedizioni@effigie.com

In libreria dal 12 novembre 2012 (distribuzione PDE)

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