Muto come un pesce.

La prima reazione spontanea nei confronti dello straniero è quella di immaginarlo come inferiore, perché diverso da noi: non è un uomo, o — se lo è — è un barbaro inferiore; se non parla la nostra lingua, non ne parla alcuna, non sa parlare (come pensava ancora Colombo). Perciò gli slavi d’Europa chiamano il loro vicino tedesco nemec, il muto; i maya dello Yucatn chiamano gli invasori toltechi i nunob, i muti, e i maya cackchiquel si riferiscono ai maya mam come ai «balbuzienti» o ai «muti». Continua a leggere